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9>14 gennaio 2018 Teatro Piccolo Bellini - Napoli

6 maggio 2019 Brick Theater New York

7 maggio 2019 Casa Italiana Zerilli-Marinò New York

24/25 gennaio 2020 Teatro Ghirelli - Salerno

31 gennaio 2020 Teatro Karol - Castellammare di Stabia

31 agosto 2020 Asti Teatro 2020.

13 luglio 2021 Giardini di Augusto - Capri.

 

una produzione

Associazione Casa del Contemporaneo

​un progetto di Bottega Bombardini

LA DONNA PESCE

Le funambole

di Rosario Sparno

con

Antonella Romano e Rosario Sparno

istallazioni Antonella Romano

costumi Alessandra Gaudioso

luci Riccardo Cominotto

Dal suggestivo mondo narrativo di  Andrea Camilleri, Le funambole è una storia mostruosa e seducente, come lo sono le storie antiche dove cielo e mare si incontrano.

Lo spettacolo è un “cunto” della tradizione siciliana che, nei continui rimandi all’Odissea di Omero, si snoda tra magia, fantasia e realtà sullo sfondo di leggende arcaiche e superstizioni della Sicilia di fine ‘800 e inizio ‘900.

“Contrada Ninfa era ‘na speci di punta di terra che s’infilava nel mari”

A Vigata, città immaginaria  abitata da sirene e da uomini che temono il mare, c'è una donna, che ricama sculture di ferro a mani nude,  alle quali un uomo dona lucentezza bagnandole con l’ acqua di mare.  

“Il cunto” è condiviso, sussurrato, nell’ incantevole lingua di Camilleri, che è musica per chi vuole raccontare, per chi desidera ascoltare e farsi compagnia.

Rosario Sparno e Antonella Romano portano in scena Maruzza su un palcoscenico abitato dalle suggestive installazioni realizzate dalla stessa Romano: figure mitiche, leggere e trasparenti, forgiate con il ferro; sospese come funambole fra forza e leggerezza.

Attenti a non tagliarsi con quel filo che cuce, che fila e che sfila ed ha sapore di ferro, di mare e di vendetta.

 

Le istallazioni di Antonella Romano

Antonella Romano, è un’artista a tutto tondo, proviene, infatti, dal teatro.

Antonella ricama a mani nude. Intreccia chilometri di fil di ferro in un minuzioso e certosino lavoro che forgia figure mitiche e straordinarie. Immagini delicate, leggere, dense di significati e significanti.

Uno stile unico, il suo.
Un lavoro femminile e al femminile. In scena una bellissima Sirena a rappresentare la libertà, l’istinto, la fluidità, il femmineo, figura carica di simbologia: la summa dell’indagine poetica dell’artista partenopea.

Istallazioni, scenografia, sculture di trame contenenti profonde riflessioni che, seppur composte da un materiale forte quale il ferro, anelano a dare l’impressione di trasparenza, di effimero.

Come la stessa Maruzza, una roccia che abita una marea di fragilità e debolezze, dalle quali, trae potenza e bellezza.
Leggere e pregne di significato, le sue installazioni, sono veri e propri ricami in ferro. Figure leggere, trasparenti, ma forgiate con elementi duri quali il ferro, il piperno, a sottolineare la forza dei materiali, delle radici e per contrasto, l’anelito di affrancamento e il desiderio di volare via. Nel suo operato si evidenza il grande amore per la natura, per la vita, ma prepotente è anche il rapporto con la morte, col dolore. 

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